Prof. FLAVIA SANTOIANNI Università Federico II Napoli
CORSI DI FORMAZIONE DOCENTI SCUOLA: Saperi della pedagogia
Una questione fondativa consiste nel chiedersi da quanti e da quali saperi possa essere “composta” la natura della pedagogia come disciplina autonoma o, comunque, come tentativo di individuarla.
Soprattutto, se tali saperi la compongano o la circondino, e quale possa essere la relazione epistemologica tra la pedagogia e questi altri saperi. Dal momento che non è individuabile una sicura corrispondenza tra la pedagogia e le scienze pedagogiche, le scienze dell’educazione e della formazione.
Il problema è, ancora oggi, stabilire i possibili rapporti tra la pedagogia, le scienze pedagogiche, le scienze dell’educazione e le scienze della formazione. Non è facile, insomma, decidere se la pedagogia essere considerata, essa stessa, una scienza dell’educazione, tra le altre, la scienza pedagogia, oppure svolga un ruolo che non è in alcun modo identificabile con le scienze dell’educazione e sia, quindi, una disciplina altra rispetto alle scienze dell’educazione.
Non è facile, dunque, stabilire quali rapporti regolativi possa sviluppare con le altre discipline e su quali campi e livelli questi rapporti possano sussistere.
Tuttavia, anche se il percorso di individuazione dell’identità disciplinare inizia molto prima del configurarsi delle scienze dell’educazione, tale percorso si compie solo dopo il formalizzarsi di tali scienze.
Perché è proprio quando la pedagogia vede concretizzarsi la sua frammentazione che – con un movimento teoretico più ontologico che epistemologico – nel riconoscere “l’altro da sé”, riconosce se stessa.
La pedagogia come scienza dell’educazione e le stesse scienze dell’educazione sono due aspetti compresenti, ma necessariamente distinguibili, nell’ambito dell’epistemologia pedagogica.
Per comprendere questo passaggio interpretativo occorre approfondire il concetto di PLURALISMOdella pedagogia – oltre al concetto di DIALETTICITA’(tra scienza e filosofia, tra teoria e prassi, tra più scienze dell’educazione,…) che si lega a quello di DINAMICITA’, intesa come continuo divenire.
Da quando la pedagogia inizia a sentire una sorta di “tensione interna” che gradualmente ne scompone l’unitarietà e, nello stesso tempo, pone le premesse per ri-cercarla e ritrovarla, si apre un dibattito, tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, teso a definire la quantità, la qualità e le possibili relazioni tra le scienze dell’educazione.
Una volta stabilito che la pedagogia possa essere una “scienza”, con un proprio “oggetto” e propri “metodi” di indagine, ma non una sola scienza dell’educazione, in questo dibattito ci si chiede come la frammentazione e la componibilità proprie della materia possano coesistere con l’esigenza di definire uno statuto epistemologico disciplinare.
La ricerca di un punto di equilibrio tra l’idea di una pedagogia come scienza dell’educazione e la multiforme espressione del sapere pedagogico in più scienze dell’educazione apre il discorso sulla interdisciplinarietà e la PLURIDISCIPLINARIETA’.
Nell’approccio pedagogico, relazione tra più scienze non significa, cioè, necessariamente, perdita dell’identità disciplinare.