Prof. FLAVIA SANTOIANNI Università Federico II Napoli
CORSI DI FORMAZIONE DOCENTI SCUOLA: Ripensamento della scienza
Il ripensamento dell’idea di scienza si basa sulla revisione del suo senso, e dei suoi possibili significati, in seguito a quella che è stata definita nella seconda metà del secolo scorso la crisi del concetto di scienza – della sua univocità, della sua linearità, della sua stessa veridicità.
Il ripensamento della compattezza dell’identità della scienza ne ha, infatti, messo in discussione i concetti di analisi, di osservazione, di unità di metodo, di sviluppo lineare, … . Ciò attraverso una pluralità di interpretazioni che ne ha restituito una immagine problematica, articolata e complessa, focalizzata sull’incertezza, l’instabilità, il disordine, la pluralità, l’evoluzione, la situatività.
Quelli che sono stati considerati, tradizionalmente, i principi di intellegibilità della scienza classica – l’idea che la scienza sia generale, astorica, sommatoria, regolata da leggi, invarianti e costanti organizzative, causale e lineare, deterministica, acontestuale, indipendente dall’osservatore, oggettiva, logica, sono distinguibili dai principi che possono regolare il paradigma della complessità nell’ambito di un ripensamento della scienza.
In particolare, i principi di un paradigma della complessità consisterebbero nell’idea che la scienza possa essere particolare e singolare, oltre che generale; contingente, storica e, in questo senso, irreversibile. Olistica, cioè non semplicemente riconducibile all’insieme delle sue parti; soggetta a inter-relazioni, inter-retroazioni, ri-orientamenti, nel quadro di una complessiva capacità di auto-organizzazione.
Da questo punto di vista, l’oggetto di ricerca e il contesto al quale appartiene sono necessariamente distinti e distinguibili, ma non disgiunti. Così come vi è una relazione fra l’osservatore e l’osservato e, in questo modo, si introduce l’elemento personale, soggettivo, interpretativo nel processo di osservazione. Nello stesso tempo, si mette a fuoco il carattere di situatività, di contingenza e di relatività sociale e culturale di una parte della scienza.
Da qui, la sottolineatura della soggettività e la sentita necessità di teorie che la giustifichino. Da qui, l’impossibilità dell’utilizzo di una logica lineare, priva di contraddizioni, di parallelismi, di complementarietà, di integrazioni non sempre omogenee, per l’analisi dei sistemi complessi. Da qui, l’emergere di un pensiero aperto al dialogo, alla socializzazione, alla generalizzazione – nel senso di trasferibilità – alla interazione e alla correlazione.