CORSI DI FORMAZIONE DOCENTI SCUOLA: Caratteri modelli postcognitivisti

I modelli post-cognitivisti si fanno portatori di una rinnovata considerazione delle modalità apprenditive individuali, cui si accompagna una nuova interpretazione della mente come intersoggettiva, in grado di cogliere livelli di mutua collaborazione tra la spiegazione, la comprensione e la conoscenza sia di chi insegna che di chi apprende. Questi vengono a condividere apprendimento e pensiero condividendo le stesse teorie e gli stessi linguaggi: chi apprende non è più, dunque, estraneo a chi insegna, un soggetto di studio osservabile dall’esterno, ma entrambi sono membri di una stessa cultura resa vicendevolmente comprensibile.

Il culturalismo studia i processi di nascita e trasformazione dei significati che l’individuo attiva all’interno delle comunità culturali: la realtà esterna è conosciuta attraverso i sistemi simbolici della mente, il cui ruolo interpretativo applica livelli di analisi ontogenetici e filogenetici, microstrutturali e macrostrutturali, individuali e sociali.

La situated cognition è lo studio della cognizione negli ambiti contestuali in cui si produce. Le menti individuali si esprimono in ambienti che strutturano, orientano e supportano i processi cognitivi, siano essi contesti costruiti per la gestione delle informazioni (per esempio, tecnologici, multimediali), ecologici e ambientali (per esempio, di vita, di lavoro) o di interazione sociale (per esempio, educativi).

Anche la social cognition fa riferimento a quegli aspetti della cognizione e, più in generale, della vita mentale, che sono resi possibili e modulati dalle esperienze sociali.   

Nel costruzionismo, per esempio, la conoscenza viene interpretata come processo di costruzione sociale, mediata da relazioni comunicative e da pratiche conversazionali. Il soggetto che apprende, riprendendo la matrice costruttivista, è attivo nella strutturazione della conoscenza, mai predefinita, ma composta e ricomposta durante le fasi organizzative di costruzione di essa.

La conoscenza non si possiede, dunque, ma si fa; si concretizza e si relativizza nella condivisione linguistica; riprendendo la matrice interazionista, l’individuo è il prodotto di mediazioni sociali, i cui apprendimenti sono la risultante di processi di attribuzione e di interiorizzazione di significati emergenti dall’interazione sociale.

La mente non è soltanto un prodotto sociale condiviso; la mente è situata e distribuita: situata e contingente, relativa a specifici contesti (specificità di dominio), non interpretabile, nelle sue espressioni, se non attraverso di essi (contestualismo); distribuita tra più menti e “scaricata” in congegni periferici (libri, strumenti della tecnologia e della multimedialità, ecc.) che ne rappresentano le possibili estensioni.

La riconoscibilità della mente nelle interazioni che, di volta in volta, concorrono a determinarla e la considerazione della mente come correlata al cervello, ammettendo l’ipotesi che il suo funzionamento possa non essere studiato necessariamente da ambiti disciplinari diversi, ha evidenziato, inoltre, possibili linee interpretative che rilevano l’esigenza di costruire un terreno di incontro tra la pedagogia e le neuroscienze (le scienze bioeducative).

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