Nel Cinquecento il vecchio e il nuovo si fronteggiano:
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la lettura degli classici diventa stimolo a nuove creazioni, e non è più soltanto imitazione;
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l’attenzione alla natura diventa primato dell’osservazione e della deduzione;
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alla città ideale si sostituisce lo studio della città reale;
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le norme della socializzazione come <<civile conversazione>> si traducono nell’ideale del cortegiano e nelle regole del galateo;
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lo stato moderno razionale esercita un dominio e un controllo disseminato in tutta la società e determina la formazione di una pedagogia politica;
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la Chiesa è invasa da fermenti teologici: rinascita del Cristianesimo e di una società più evangelica;
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l’etica diventa individuale, connessa alla personale visione della mondo; si regola secondo principi estetici; realizzazione del sé come opera d’arte.